Dal seme tutto ha inizio

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Casa vecchia, dal 1933

Agricoltori Custodi affonda le sue radici in “Casa Vecchia”, una piccola azienda agricola a gestione familiare, autonoma e di antica tradizione situata a due passi dal borgo di Correggio, a Villa Prato, cuore dell’Emilia-Romagna e Food Valley italiana.

Chiamata da tutti nei dintorni “Cà Vècia”, “Casa Vecchia” nasce nel 1933 quando Giovita Gherpelli, insieme alla moglie Maria ed ai 7 figli, Stefano, Garibaldi, Zelmira, Antonietta, Falaride, Mario e il più giovane Fortunato, si insediano in un piccolo appezzamento di terreno che, essendo umido e troppo sommerso dall’acqua, non era adatto a nulla secondo gli abitanti del luogo che consigliano la famiglia Gherpelli di girare i cavalli e tornare indietro, senza troppi complimenti. Ma i Gherpelli decisero di rimanere.

Furono proprio quelle caratteristiche di elevata umidità a rivelarsi invece fondamentali per offrire un terreno fertile e buono per coltivare. Si mettono subito al lavoro: vigna, piante da frutto, orticole, cereali. Allevano anche suini, galline, polli, anatre, faraone, tacchini in una stalla attigua che, secondo gli usi antichi, doveva essere comunicante con l’abitazione.

Poi, coltivano cereali per alimentare gli animali e loro stessi.

“Casa Vecchia” diventa man mano una vera e propria azienda capace di assicurare il sostentamento della famiglia con produzioni di buoni cibi e vino, che, quando cominciarono ad eccedere il loro fabbisogno, furono messi in vendita. Il lavoro nei campi era duro e bisognava essere robusti, e dunque mangiare bene e sano. Per lavorare c’era sempre bisogno di forza e salute, e quindi la Famiglia Gherpelli cominciò ad allevare e coltivare con criterio, usando grani locali e mettendo da parte il seme buono da semina per l’anno venturo. Così dopo la mietitura a mano e la trebbiatura fatta nell’aia con le prime macchine azionate dai trattori collegati da grandi cinghie di cuoio, si doveva poter selezionare dal raccolto i semi migliori, quelli più capaci di germogliare per rigenerare nuove spighe sempre più belle e sane. Per fare questo utilizzavano macchine di legno come ventilabri e svecciatoi che oggi sembrerebbero pezzi da museo, opera dell’ingegno artigiano di un tempo perduto, ma che in azienda ancora oggi ci aiutano nella selezione della semente.

Mentre “Casa Vecchia” si ampliava grazie al lavoro di tutti i componenti della famiglia, un giorno indimenticato e maledetto, Giovita viene investito da un’auto attraversando la strada al centro del paese in bicicletta. La voce del tragico incidente arriva come un fulmine a casa dove coglie di sorpresa e getta nella disperazione Fortunato, che aveva poggiato fino a quel momento la sua formazione sull’esperienza del padre. Apprende la notizia mentre lavora nei campi e vive quell’attimo lungo quanto una stagione gelida, accasciandosi tra le lacrime. Proprio da quelle lacrime cadute a terra saranno Fortunato e suo figlio Romano a far nascere nuovi germogli; allargano i confini grazie ad investimenti in più ampi terreni; migliorano la produzione e allargano la filiera, dando vita ad un’azienda che fa tesoro dell’esperienza di nonno Giovita.

Romano aveva appreso fin da bambino quelle buone pratiche agricole che fanno parte dell’antico modo di relazionarsi alla terra ed inizia così a seguire la sua via alla coltivazione cerealicola. Sposa a vent’anni la figlia di una famiglia di artigiani di Reggio Emilia di cui si innamora ad una festa da ballo. E da quella sera non si lasciano più. Laila oggi cura l’amministrazione della Casa Vecchia ed insieme mettono al mondo due figli, Marco e Andrea. I Gherpelli sono una famiglia di lavoratori, artigiani e artisti, narratori, musicisti, poeti, attori e durante il lavoro spesso prendono vita canzoni, storie, commedie, poesie, recite, tutte nell’allegria del sudore sulla fronte. I Galoun, come sono soprannominati per le grandi cosce, i “galloni” appunto, sono un punto di riferimento per tutti gli agricoltori della zona: una famiglia onesta, sana, dagli antichi valori, rispettata e rispettosa verso tutti, sempre.

Dei due figli di Romano, Marco si diploma in chitarra classica al conservatorio, anche se oggi è responsabile informatico per una multinazionale con sede a Milano. Ma continua a scrivere canzoni che prima o poi vedranno la luce.

Andrea, dopo la laurea in Ingegneria Gestionale alla Alma Mater di Bologna ed una borsa di studio vinta all’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma, prende parte a diverse tournée teatrali, produzioni televisive e cinematografiche come attore. Ma non si separa mai dai suoi amati campi e risemina i grani locali: farro, mais, canapa, leguminose come i ceci e continua a produrre quegli alimenti che anche ai tempi del bisnonno Giovita mantenevano sani e robusti tutti i Galoun. Andrea è oggi un agricoltore custode con la missione di mantenere antiche varietà di cereali grazie all’aiuto di Gino, un meccanico, ed Angelo, un falegname, amici di famiglia, sono state rimesse in moto attrezzature come quei vecchi ventilabri e svecciatoi. Segue percorsi formativi in agricoltura organica, rigenerativa e biodinamica unendo questi approcci a quelle buone pratiche agricole dell’antica tradizione. Insieme alla sua amata compagna, Elena Luce, Andrea Libero sta continuando a produrre con passione prodotti che sono il risultato dell’esperienza di 4 generazioni di lavoro ostinato e duro nell’agricoltura sostenibile ed ecologica.

Oggi, come molti anni fa, si continua a coltivare, ma anche a scrivere, a suonare e a cucinare, si allevano gli animali, si crescono i bambini e a tavola si mangia tutti insieme.

Ancora oggi, “Casa Vecchia” utilizza cereali che vengono piantati e coltivati sotto un’attenta supervisione e seguiti durante tutta la loro crescita e maturazione. Per questo, Andrea Libero ed Elena Luce stanno innestando elementi di innovazione nel profondo e amato solco della tradizione ultracentenaria della Famiglia, trasformando “Casa Vecchia” in “Agricoltori Custodi”.

La terra, la coltivazione e la sana alimentazione sono valori assoluti trattati con nobiltà, attenzione e cura.